Cos’è lo sport definizione e significato

Cos’è lo sport definizione e significato


Il termine Sport deriva dall’abbreviazione della parola inglese “Disport”, che significa letteralmente divertimento, dal francese “Desport”, per arrivare all’italiano “Diporto” cioè svago, divertimento, ricreazione.

Cosa s’intende per sport

Lo Sport può essere definito in vari modi, ma la sua accezione più completa è forse quella delineata dal Consiglio d’Europa a Rodi nel 1992:

“Qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli.”.

Lo sport, infatti, è sì l’ esecuzione di attività fisica con finalità amatoriali o professionali, ma è anche  svago, che permette di formare e educare i giovani attraverso valori e principi che sono alla base di questa forma di divertimento.

Lo sport ha la capacità di trasmettere valori quali il rispetto per gli altri, il lavoro di squadra, ma aiuta anche ad acquistare autostima, a credere in sé stessi e nelle proprie capacità,a migliorarsi continuamente.

Sono tutti insegnamenti che influenzano e incidono sia nella crescita dei ragazzi che nella loro vita quotidiana.

Lo sport è un ottimo modo per riequilibrare le ore trascorse tra i banchi di scuola, consentire ai giovani di passare il tempo con gli amici e di conoscerne dei nuovi.

Principali sport individuali

Si definiscono individuali gli sport in cui la prestazione è esclusivamente singola.

L’allenatore ha un ruolo fondamentale: incrementare la motivazione personale, riuscire a fare perseguire l’obiettivo prefissato dal ragazzo, dato che il risultato è frutto del suo unico impegno e ne è totalmente responsabile.

Lo sport individuale consente ai ragazzi più timidi e introversi di aprirsi e mettersi alla prova, facendo aumentare la fiducia in sé stessi, mentre ai ragazzi estroversi di scoprire un modo per incanalare la propria energia e trovare nello sport individuale delle regole da seguire.

Lo sport individuale fa accrescere il senso di responsabilità, la disciplina, la competizione con sé stessi e consente di individuare i propri limiti.

I principali sport individuali sono:

  • Arti Marziali

Judo, Karate, Ju-jitsu e Taekwondo, sono attività molto consigliate a bambini con scarse capacità di concentrazione o autocontrollo; si tratta di attività che richiedono molto rigore e autodisciplina.

  • Atletica leggera

Un insieme di discipline sportive legate alle origini del movimento umano, suddivise  in corsa, salti e lanci:stimolano la forza, la resistenza, la rapidità e il coordinamento del ragazzo;

  • Ciclismo

L’utilizzo di una bicicletta consente di rafforzare il sistema immunitario, cardio vascolare e la resistenza, accresce il senso di responsabilità e l’autostima, attraverso l’acquisizione di un’autonomia sempre maggiore;

  • Nuoto

Sport acquatico che consente lo sviluppo armonico di tutto il corpo e aiuta la coordinazione dei movimenti. Tra gli stili troviamo il delfino, il dorso, la rana e lo stile libero;

  • Scherma

La scherma sportiva è una disciplina di opposizione e consiste nel combattimento leale tra due contendenti armati di spada, fioretto o sciabola;

  • Tennis

Sport che vede opposti due giocatori (nella forma singola) in un campo diviso in due metà da una rete. È considerato uno sport completo e armonico sono richieste al contempo ottime capacità fisiche, coordinazione, velocità e resistenza sulla distanza e mentali come la  tattica e la tattica, riflessi e intuito.

  • Tuffi

Sport nel quale gli atleti, lanciandosi da un trampolino o da una piattaforma, posti ad una certa altezza sopra una piscina, saltano in acqua eseguendo una serie di acrobazie.

Principali sport collettivi

Si definiscono collettivi o di squadra quegli sport che prevedono un coinvolgimento ed interazione diretta dei membri del gruppo.

L’allenatore è una figura chiave dello sport di squadra in quanto è colui che insegna le regole ai ragazzi e le fa rispettare, diventando un educatore e un modello di riferimento del gruppo.

Lo sport collettivo insegna ai ragazzi a condividere e a gioire delle vittorie con la squadra, ma anche a gestire le sconfitte, accettandole e facendone tesoro per migliorarsi.

Gli sport collettivi permettono ai ragazzi più vivaci di sfogare le energie, ma dà anche la possibilità a quelli più introversi di entrare in rapporto con gli altri e di imparare a mettersi in gioco e a collaborare, anche solo per divertirsi insieme.

Lo sport di squadra accresce la collaborazione, il senso di appartenenza, il senso del gruppo e spirito di competizione.

I principali sport collettivi sono:

  • Basket

Sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna si affrontano per segnare, con un pallone, nel canestro avversario. È un’attività completa che stimola la precisione e l’abilità di gioco;

  • Pallavolo

Sport che si svolge tra due squadre formate da sei giocatori ognuna. Lo scopo del gioco è realizzare punti in modo che la palla tocchi terra nel campo avversario. Disciplina completa che stimola lo spirito di gruppo e sviluppa precisione e abilità di gioco;

  • Calcio

Sport giocato da due squadre composte da 11 giocatori con un pallone sferico su un campo rettangolare, con due porte. L’obiettivo del gioco è quello di segnare più punti, detti gol, della squadra avversaria. La palla stimola il movimento ed il coordinamento di braccia e gambe tirandola a sé o spingendola;

  • Pallanuoto

Sport in cui ad affrontarsi sono due squadre. Ognuna di queste è composta da sette giocatori che devono tirare, obbligatoriamente con una mano sola, un pallone il maggior numero di volte possibile nella porta avversaria. Al termine dei quattro tempi di gioco la squadra che ha accumulato il maggior numero di punti, vince;

  • Rugby

Sport composto da due squadre di 15 giocatori il cui obiettivo principale è appoggiare un pallone ovale oltre una linea e fare “meta”. Una delle sue principali caratteristiche è che la palla può essere passata solo all’indietro;

  • Nuoto sincronizzato

Sport acquatico che unisce nuoto, elementi ginnici e danza, in cui gli 8 atleti che compongono il gruppo eseguono esercizi coreografici in acqua, in sincronia con la musica. Il nuoto sincronizzato richiede capacità acquatiche, forza, resistenza, flessibilità, grazia, abilità artistica, un’esatta coordinazione dei tempi e padronanza dell’apnea subacquea.

Lo sport nella storia

Lo sport si è sviluppato nel corso dei secoli fino ad arrivare alla forma che conosciamo oggi.

Partendo dall’antichità si può dire che l’attività fisica sia nata tra i popoli primitivi che svolgevano tutte quelle attività destinate a garantire la sopravvivenza come la caccia, la difesa dai nemici, la costruzione dei ripari.

Tra le attività più antiche troviamo: la corsa, il lancio di pietre e giavellotti, il nuoto, il pugilato, il tiro con l’arco e i salti.

Si tratta di attività documentate nelle antichissime incisioni rupestri che risalgono a 9.000 anni prima della nascita di Cristo.

Si diffusero con il tempo anche in paesi nordici, dove si praticava lo sci, nei paesi orientali come Cina e Giappone dove si diffusero le arti marziali come il judo e il karate e, in Egitto dove erano molto diffusi il nuoto, l’atletica e la lotta.

Fu la civiltà greca a dare grandissima importanza alle attività fisiche e sportive, in quanto alla base dell’educazione e della cultura.

È proprio in questo periodo che lo sport inizia ad assumere le caratteristiche che oggi gli attribuiamo.

La prima manifestazione importante nell’antica Grecia si ricollega ai Giochi Olimpici, svolti nel 776 a. C. e ripetuti ogni 4 anni nel mese di agosto.

Nelle Olimpiadi più antiche erano previsti numerosi sport come corsa a piedi, combattimento con l’asta, lancio del disco, lancio del giavellotto, tiro con l’arco e corsa con i cavalli, tutti svolti all’interno dei primi stadi.

Alle gare accedevano solo gli atleti migliori che si affrontavano con un sistema ad eliminazione diretta:la vittoria era l’unica cosa che contava.

Sempre in Grecia nacque il primo sport multiplo chiamato pentathlon, composto da cinque gare tra corsa, lancio del disco, lancio del giavellotto, lotta e salto in lungo.

Nell’antica Roma le attività sportive più praticate erano quelle di combattimento come la lotta, il pugilato, la corsa con i cavalli o con carri, tutte basate su una grande preparazione fisica dei giovani, fondamentale per le attività militari. Le palestre erano i luoghi dove avveniva la preparazione; tra queste, la più antica e meglio conservata si trova a Pompei.

L’attività sportiva veniva praticata negli anfiteatri che, in epoca imperiale, divennero ancora più imponenti per la loro la funzione di offrire grandi spettacoli. Il Circo massimo è il più grande stadio dell’antica Roma in cui si svolgevano corse con i cavalli, mentre il Colosseo veniva utilizzato per battaglie navali, per i celebri combattimenti dei gladiatori e per combattimenti con animali.

Nel Medioevo i cavalieri medievali si sottoponevano ad una lunga preparazione fisica, durante la quale apprendevano le tecniche del cavalcare, l’uso delle armi, la corsa e il nuoto.

I cavalieri mostravano il loro valore non solo nelle battaglie ma anche nel torneo, l’evento più spettacolare del Medioevo, svolto nelle manifestazioni sportive chiamate Le Giostre.

Nel Rinascimento la concezione di sport cambiò radicalmente: da attività spettacolare lo sport divenne il mezzo utilizzato per migliorare la salute.

Si cominciarono a diffondere, in varie città, nuovi sport come il calcio fiorentino, la Pallacorda, il Biliardo, il Pallamaglio (golf), la scherma e la danza (unica attività svolta dalle donne).

Tra Ottocento e Novecento l’attività fisica passò dall’ essere considerato un momento ricreativo alla consapevolezza che l’educazione del corpo contribuiva a formare il carattere del giovane.

Con la nascita della società industriale, le attività sportive vennero inserite negli istituti scolastici, inizialmente in Inghilterra. Si iniziarono a delineare regole condivise per lo sport e i giochi, e si definirono anche le basi per una condotta corretta nella competizione, ovvero l’odierno fair play.

In Inghilterra si consolidò lo sport di squadra con la palla: nacque il calcio come lo conosciamo oggi.

Nel 1896 ci furono le prime Olimpiadi dell’era moderna: ebbe inizio la burocratizzazione dello sport attraverso la nascita di federazioni sportive.

Le statistiche dello sport in Italia

Dai dati Istat pubblicati nel 2017, risulta che la pratica sportiva continua a crescere nel tempo: svolta dal 29,5% degli uomini e dal 19,6% delle donne.

Fra gli sport più praticati abbiamo:

  • Ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica con circa il 25,2% degli sportivi;
  • Calcio con il 23% degli sportivi;
  • Sport acquatici con il 21,1% di sportivi.
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Il 26,5% della popolazione non pratica uno sport, ma fa passeggiate, giardinaggio, passeggiate con bicicletta; oltre il 39,1% della popolazione risulta essere sedentario, cioè che non pratica nessun tipo di sport o attività fisica nel tempo libero, e questa percentuale aumenta andando verse fasce di età oltre i 65 anni.

La pratica dello sport è massima con il 70,3 % tra i ragazzi di 11-14 anni, e il 59,4% tra i ragazzi di 3-17 anni che svolgono più sport (52,2% lo fa in continuità e il 6,9 % saltuariamente).

Un elemento analizzato è stato il livello di istruzione che porta alla luce una forte divergenza tra chi pratica sport:

  • il 51,4% sono laureati;
  • il 36% sono diplomati;
  • il 21,2% hanno la licenza media;
  • solo il 7,3% ha licenza elementare.

Un’ulteriore indagine Istat analizza gli stili di vita di bambini e ragazzi del biennio 2017-2018 e stima che in Italia il 25,2% dei ragazzi tra i 3-17 anni sia in eccesso di peso.

Tale squilibrio  è più diffuso nel genere maschile con il 27,8% rispetto a quello femminile con 22,4%.

Al crescere dell’età il sovrappeso e l’obesità diminuiscono, fino a toccare il valore minimo del 14,6% tra i ragazzi di 14-17 anni.

I bambini e i ragazzi che non praticano sport o attività fisica nel tempo libero sono pari al 22,7% della popolazione fra i 3-17 anni.

Esiste un’associazione tra l’inattività fisica dei figli e quella dei genitori.

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