Il rugby è uno sport di squadra nato nel 1823 nell’omonima cittadina inglese che richiede, oltre a prestanza fisica, molta intelligenza.
Il gioco del rugby è diviso in due grandi codici regolamentari:
- il rugby a 13;
- il rugby a 15, quello a cui ci si riferisce maggiormente parlando di rugby.
I due regolamenti, gli organismi e le federazioni nazionali che vi fanno riferimento sono indipendenti l’uno dall’altro.
Ciò che accomuna i due giochi, oltre alle regole base secondo cui la palla di forma ovale deve attraversare la linea di porta avversaria, chiamata mèta, sia schiacciandola con le mani a terra che calciarla tra i pali sopra la traversa della porta avversaria, sono senza dubbio i valori trasmessi da questo sport, oltre a una grande crescita personale derivante da:
- rispetto delle regole;
- gioco di squadra;
- determinazione;
- passione;
- raggiungimento degli obiettivi.
Il gioco del rugby è adatto sia ai ragazzi che alle ragazze.

I numeri del rugby in Italia e nel mondo: i praticanti
In Italia, la federazione che si occupa di regolamentare questo sport è la FIR (Federazione Italiana Rugby), che al 2018 è la quarta federazione in Italia per fatturato.
Il rugby, invece, nella stagione 2013/2014 contava poco più di 100 mila tesserati in Italia, la maggior parte di questi nel nord della penisola.
La provincia con più tesserati è Roma, con quasi 10 mila iscritti, seguita da Milano con poco più di 7 mila.
Un numero interessante è quello che riguarda le donne: nel 2014 erano quasi 11 mila le donne tesserate.
Nel mondo, invece, nel 2015, i giocatori di rugby erano 6,6 milioni, distribuiti in 120 paesi.
La nazione che muove più numeri è l’Inghilterra, con oltre 2 milioni di giocatori e oltre 340 mila tesserati, seguita dall’Australia, con quasi 616 giocatori e 230 mila tesserati.
A proposito delle donne praticanti rugby, secondo la più recente stima di giugno 2018 della World Rugby, le praticanti di sesso femminile erano quasi 2 milioni e mezzo, circa un quarto dei praticanti totali del periodo.
Quali sono i valori e le attitudini che si acquisiscono grazie al rugby
Come tutti gli sport anche il rugby, più che una mera pratica sportiva, è un vero e proprio stile di vita.
Molti ragazzi, una volta iniziato questo percorso sportivo, ottengono una nuova consapevolezza di sé, e ritengono di essere migliori sotto il punto di vista dei valori e delle attitudini.
Il rugby è gioco di squadra per eccellenza: rispetto, lealtà, stima, fiducia e nonostante ci sia molto scontro fisico, non c’è violenza.
Inoltre, il rugby dà sicurezza, insegna il rispetto dell’avversario, sia durante che una volta terminata la partita: il saluto finale all’altra squadra è uno dei momenti salienti dei match.
Infine, essendo un gioco di squadra, il rugby insegna a socializzare, a lavorare in team per il raggiungimento di un obiettivo comune, la mèta; per questo motivo, questo sport viene utilizzato anche in ambito di gestione manageriale, per studiare nuove soluzioni.

I migliori campioni in Italia
Negli ultimi 10 anni, le squadre campioni in Italia sono state prevalentemente 2:
- Rugby Calvisano, con 5 vittorie;
- Petrarca Rugby, con 2 vittorie.
Negli stessi anni sono stati campioni anche la squadra Rugby Rovigo Delta, Petrarca Rugby e Benetton Rugby Treviso.
Inoltre, i 31 migliori atleti italiani di Rugby, convocati per prendere parte alla nazionale per la Rugby World Cup 2019 sono:
- Ferrari Simone;
- Lovotti Andrea;
- Pasquali Tiziano;
- Quaglio Nicola;
- Riccioni Marco;
- Zani Federico;
- Bigi Luca;
- Fabiani Oliviero;
- Ghiraldini Leonardo;
- Budd Dean;
- Ruzza Federico;
- Sisi David;
- Zanni Alessandro;
- Mbandà Maxime;
- Negri Sebastian;
- Parisse Sergio;
- Polledri Jake;
- Steyn Abraham;
- Braley Callum;
- Palazzini Guglielmo;
- Tebaldi Tito;
- Alln Tommaso;
- Canna Carlo;
- Benvenuti Tommaso;
- Campagnaro Michele;
- Morisi Luca;
- Bellini Mattia;
- Bisegni Giulio;
- Hayward Jayden;
- Minozzi Matteo;
- Padovani Edoardo.
Le migliori scuole in Italia
Le migliori scuole di rugby in Italia le troviamo prevalentemente nel nord e centro del Paese.
Le squadre campioni d’Italia di rugby a 15 maschile sono:
- Amatori Rugby Milano;
- L’Aquila Rugby Club;
- Benetton Rugby Treviso;
- Rugby Brescia;
- Fiamme Oro Rugby, la divisione sportiva della Polizia di Stato;
- Rugby Mogliano;
- Rugby Parma F.C. 1931;
- Partenope Rugby;
- Petrarca Rugby;
- Rugby Roma Olimpic 1930;
- Rugby Rovigo Delta;
- Rugby Calvisano;
- Rugby Viadana.
Come ci si allena
Nel rugby la preparazione fisica è importantissima poiché lo scontro è frequente e l’abbigliamento richiede un ulteriore spirito di adattamento.
L’allenamento per il rugby prevede degli esercizi che coinvolgono tutte le fasce muscolari del corpo, oltre a esercizi per stimolare il gioco di squadra e altri per allenare le tecniche e le tattiche di gioco.
Di solito, la settimana di un rugbista prevede 3-5 allenamenti della durata di 2 ore circa e una partita, composta da due tempi da 40 minuti ciascuno.
Gli allenamenti si svolgono sia sul campo che in palestra; questi ultimi servono per potenziale la muscolatura del giocatore attraverso schede di allenamento più vicine al functional training.
Gli allenamenti sul campo, invece, servono per migliorare le tecniche, ad esempio quelle di mischia, di bloccaggio del portatore di palla avversario o di caccia del pallone, e ad aumentare la resistenza.
Assieme, quindi, a corsa e vari esercizi a corpo libero a terra, vengono eseguiti degli esercizi mirati.

Un esercizio tipico è quello che simula una mischia ordinata: i ragazzi dovranno spingere una macchina di mischia, una specie di slittino apposito su cui vengono collocato dei pesi, in modo da simulare una mischia ordinata.
Inoltre, durante l’allenamento si studiano nuove tattiche di gioco e si consolidano quelle acquisite in precedenza.
Di particolare importanza sono il riscaldamento e lo stretching subito dopo:
- il riscaldamento serve per attivare le catene muscolari e scaldare pian piano i muscoli in modo da permettergli di lavorare nel modo corretto;
- lo stretching deve essere fatto in maniera dinamica e gli esercizi non devono durare più di 15 secondi, altrimenti si rischia che il muscolo si rilassa troppo, aumentando il rischio di infortuni.
Rugby e salute
Il rugby incide positivamente sia sulla salute fisica che mentale dell’atleta.
Per le sue caratteristiche di gioco, porta a uno sviluppo delle capacità anaerobiche, come la velocità e la potenza muscolare, oltre a stimolare e mettere in movimento ogni parte del corpo ed ogni fascia muscolare.
La preparazione fisica è fondamentale per evitare il più possibile lesioni di gioco dovute a scontri con avversari o impatto con il terreno.
L’articolazione che ne risente maggiormente è quella del ginocchio e l’infortunio più comune riscontrato tra i giocatori è quello ai legamenti crociati; tuttavia con la giusta attenzione, una buona postura e un adeguato potenziamento muscolare è possibile prevenire, o almeno diminuire, il rischio di infortuni.
Il rugby inoltre è uno degli sport più indicati per prevenire e combattere tutta una serie di disturbi giovanili che vanno dall’obesità all’ipocinesia.
Infine, questo sport è consigliato a coloro che soffrono di osteoporosi; la sollecitazione muscolare stimola le cellule dell’osso a lavorare, garantendo quindi una buona massa.